lunedì 17 ottobre 2011
Indignados sì, Indigados no!
Ci sono riusciti di nuovo i nostri “amici” dei centri sociali e della cosiddetta galassia antagonista ad attirare l’attenzione su di sé. Scontri, sassi, incidenti e devastazioni varie hanno ancora una volta attirato la massima attenzione dei media, e della gente che ora si accalca a schierarsi dalla parte delle proteste o dell’ordine, facendo completamente scomparire anche (alcune) buone ragioni di chi protesta contro un sistema che sta affamando i popoli, europei e non.
Ma lasciamoli perdere da subito, non attardiamoci a commentare quello che per loro è stato un lunapark e per noi l’ennesima dimostrazione della loro povertà strategica, non hanno (volutamente ) letto Junger, e per questo non hanno ancora capito che il loro giocattolo (la violenza di piazza) anche se ben congegnato come sabato, è oggi il miglior strumento di conservazione della realtà che viviamo.
La piazza
In piazza sabato c’erano migliaia di persone, giovani soprattutto, che non sono inquadrati o inquadrabili né nello squadrone dei soldatini ( blu o neri) né in partiti, sindacati, associazioni varie. Questi ragazzi, nostri coetanei, sono davvero incazzati, vivono un disagio reale e intravedono pochi sbocchi; lavoro precario o inesistente, classe politica inadeguata, impossibilità di emanciparsi, creare una famiglia, essere indipendenti dai propri genitori. Vivono in una società che non è in grado di fare scelte radicali, e che, seppur democratica, pare proprio per loro non avere possibilità di rappresentanza, perché priva, a partire dalla politica, di valori forti, e quindi di idee.
Sono incazzati è vero, e fanno anche bene, ma siamo di fronte a dei rivoluzionari?
La risposta
La risposta è no. Ed i motivi sono tanti, eppure semplici.
Molti di questi ragazzi, che sono i nostri amici, i nostri compagni di scuola e di università, nonché colleghi di lavoro (precario) non hanno in mente alcuna rivoluzione.
Vorrebbero semplicemente avere garantito ciò che è stato garantito ai nostri genitori. Un posto sicuro, la possibilità di tirarsi su un bel mutuo trentennale e comprare una casa, una pensione al livello di quelle attuali, avere a disposizione quel tanto o quel poco che basta per avere una possibilità di credito ( o di debito) che gli consenta di mantenere intatti quello stile di vita ereditato dai propri genitori, macchina, motorino, cellulari, vacanze , etc. etc.
C’è qualcosa di sbagliato in questo ? Diciamolo chiaramente, ASSOLUTAMENTE NO.
Ma la mentalità del “Ahò era meglio quando c’era la Dc perché almeno una casa e un lavoro ce l’avevano tutti” , non ha alcuna carica rivoluzionaria, anzi, vuol dire sognare di tornare ad un periodo che ha rovinato il nostro presente, e che probabilmente se realizzata, rovinerebbe il futuro dei nostri figli!
Draghi di lotta!
Ed infatti non è un caso che il vampiro Draghi abbia incoraggiato gli Indignados. Dai ragazzi continuate a protestare contro i vostri governi così ottusi! I soldi ci sono, ma ve li nascondono! Loro…
Mantenere il sistema attuale di credito e stile di vita infatti senza rivoluzioni politiche sarebbe infatti possibile; basterebbe seguire la strada intrapresa nel ’92 in Italia e che le istituzioni internazionali hanno indicato alle nazioni europee in difficoltà. Basterebbe infatti vendere il patrimonio pubblico rimasto, tagliare beni e servizi, ridurre ancora di un po’ la sovranità nazionale ed europea sulla finanza e sulle banche, ed il gioco sarebbe fatto!
I vampiri come Draghi sanno che c’è ancora qualcosa da succhiare, e una volta succhiato basterà dare un colpetto sulla spalla al popolo cianotico e incoraggiarlo: “ dai, con un po’ di dieta sarai ancora in grado di alzarti e andare a lavorare!” . Con tanti saluti alla nostra indipendenza e dignità, con il nostro patrimonio pubblico, che ricordiamolo non è dello stato, ma nostro, venduto a pezzetti, un po’ sotto forma di debito pubblico comprato dalle banche, un po’ sotto forma di privatizzazioni!
New York andata e ritorno
Costretti da una vita a seguire dettami da oltreoceano in tema di economia, strategia militare, politica estera ed interna, oggi ci stupiamo invece di guardare agli Usa ammirati.
A New York infatti il popolo ( i numeri in questo caso contano poco) si è rivoltato contro i veri nemici del popolo, finanzieri, banchieri (massoni), affaristi vari, che stanno dietro la politica, che la comprano la politica, e che tramite questa, costringono il popolo a numerosi sacrifici, e nel caso Usa, ad inutili e patetiche guerre, in cambio di un credito solo potenzialmente infinito e di un sogno che strozza le famiglie!
Non è un caso che non ci siano cortei che sfilano seguendo le solite logiche sindacaliste, ma proteste anche dure organizzate davanti al simbolo per eccellenza della crisi, la borsa di wall street.
Questi coraggiosi cittadini statunitensi, alfieri per anni del modello che ha distrutto anche in Europa ogni spirito e valore alto, ora hanno capito dove il corto circuito si è creato, dove aleggiano gli strozzini, che con una mano danno, e con l’altra trascinano la carriola dei profitti!
E stanno pagando questa loro coraggiosa scoperta e rivolta con decine di arresti, che valgono milioni di volte di più di sanpietrini lanciati e di auto sfondate, perché sono davvero il simbolo di un’opera di revisione, di una apertura critica, di una rivolta dell’anima!
Noi ci siamo...?
Abbiamo cercato per anni tramite la via dell’impegno politico di sollecitare una rivolta dell’anima che fosse in grado di restituire al nostro popolo orgoglio, identità, dignità e soprattutto indipendenza.
E non abbiamo certo intenzione in questo caso di tirarci indietro, ma è per questo che oggi gridiamo ancora una volta di più ai nostri incazzati coetanei di trasformare questa rabbia in impegno diretto, di non delegare a nessuno questa responsabilità; di avere il coraggio di guardarsi dentro e scoprire che non si può continuare a vivacchiare alle spalle di quello che è stato, ma essere forza motrice di un cambiamento globale.
Per arrivarci non bastano i cortei, ci vuole un lavoro di revisione globale della realtà che abbiamo intorno, di tutto quello che è il fallimento dei modelli etici e sociali che ci hanno venduto come immodificabili.
Perché la crisi, seppure economica, è figlia di una crisi di valori che abbiamo mandato in cantina in nome del mercato e dello sviluppo, e ancora oggi qualcuno vorrebbe lasciare chiusi lì dentro, barattandoli con qualche spicciolo in più.
Noi siamo con chi guarda avanti, chi ha voglia di conquistarsi il futuro, per sé e per i propri figli, che non aspetta che qualcuno questo futuro glielo regali, perché ogni regalo ha un prezzo, e noi questo prezzo lo stiamo ancora pagando.
Noi siamo con chi ha la volontà di assistere all’alba, essendo in grado di reggere il freddo della notte che la precede!
domenica 27 marzo 2011
Pensieri sulla guerra...
Da poco più di una settimana è iniziata la guerra contro la Libia, ovviamente anche l'Italia è entrata nel conflitto, essendo sottomessa dalla NATO. Noi eravamo già scettici in passato dei rapporti tra Italia e Libia, ci eravamo schierati contro l'arrivo di Gheddafi qualche anno fa in quanto riteniamo che la Libia debba ancora risarcire moralmente e materialmente gli italiani che furono cacciati dalla Libia nel 1970. Tornando all'attualità, è curioso vedere come gli stati che si proclamano "paladini della democrazia" come Inghilterra e Francia e USA siano stati i primi ad essere favorevoli a questa guerra e non hanno esitato a lanciare missili e bombe ferendo anche innocenti. La nostre perplessità sono parecchie, tra le quali sicuramente l'eventuale sbarco di altri clandestini sulle coste italiane (tanto ne sbarcano sempre pochi...) e se veramente questi attacchi sono veramente per tutelare i diritti violati di un popolo o solo per interessi politici e personali. E quale futuro ci sarà per la Libia, una democrazia imposta dagli Stati Uniti e dalla Francia o i fondamentalisti islamici avranno la meglio?
mercoledì 15 dicembre 2010
E' FASCISTA...NIENTE NOBEL ! BELLA DEMOCRAZIA...
Roma, 22 giu. (Adnkronos) - Niente Premio Nobel per la Letteratura a Ezra Pound (1885-1972) perché fu compromesso con il regime fascista. Il poeta statunitense - che visse per molti anni in Italia, ammirò Benito Mussolini e morì a Venezia - fu candidato nel 1959 al prestigioso riconoscimento dallo scrittore Johannes Edfelt nella sua veste di presidente del Pen Club di Svezia. Ma la Commissione Nobel non gradì quel nome 'pesante', tanto che il suo presidente Anders Osterling, si sbarazzò di Pound osservando come il candidato, pur non trovandosi più nelle condizioni di recluso in un manicomio americano dopo la condanna per collaborazionismo fascista, si fosse tuttavia reso responsabile, nella sua opera, della propagazione ''di idee che sono decisamente in contrasto con lo spirito del Premio Nobel''.
A rivelare la bocciatura di Pound è un articolo del professore Enrico Tiozzo, docente di letteratura italiana all'Università di Goteborg, pubblicato sul nuovo fascicolo della rivista 'Belfagor', il quale ha potuto visionare il resoconto finale inedito della riunione della Commissione Nobel del 14 settembre 1959 grazie ad un permesso del segretario permanente dell'Accademia di Svezia.
Per le vicende relative al Nobel del 1959, a sorpresa vinto dal poeta Salvatore Quasimodo, la documentazione dell'archivio privato dell'Accademia Svedese è stata resa accessibile solo dal 1 gennaio scorso. In quella stessa riunione in cui fu escluso Pound, scrive Tiozzo, furono giubilati anche lo scrittore britannico Edward Morgan Forster in due righe per la 'grave età' (l'autore di 'Passaggio in India' e 'Camera con vista' era allora ottantenne ma sarebbe vissuto fino al 1970) e lo scrittore francese André Malraux, candidato, sostenne Osterling, ''tra i più interessanti, ma purtroppo condizionato dall'essersi lasciato alle spalle la letteratura d'invenzione''
A rivelare la bocciatura di Pound è un articolo del professore Enrico Tiozzo, docente di letteratura italiana all'Università di Goteborg, pubblicato sul nuovo fascicolo della rivista 'Belfagor', il quale ha potuto visionare il resoconto finale inedito della riunione della Commissione Nobel del 14 settembre 1959 grazie ad un permesso del segretario permanente dell'Accademia di Svezia.
Per le vicende relative al Nobel del 1959, a sorpresa vinto dal poeta Salvatore Quasimodo, la documentazione dell'archivio privato dell'Accademia Svedese è stata resa accessibile solo dal 1 gennaio scorso. In quella stessa riunione in cui fu escluso Pound, scrive Tiozzo, furono giubilati anche lo scrittore britannico Edward Morgan Forster in due righe per la 'grave età' (l'autore di 'Passaggio in India' e 'Camera con vista' era allora ottantenne ma sarebbe vissuto fino al 1970) e lo scrittore francese André Malraux, candidato, sostenne Osterling, ''tra i più interessanti, ma purtroppo condizionato dall'essersi lasciato alle spalle la letteratura d'invenzione''
lunedì 18 ottobre 2010
E' arrivato il Movimento Studentesco Nazionale !
sabato 4 settembre 2010
ATREJU 2010 - Dritto al cuore, Mille cuori una sola Italia !
Anche quest'anno siamo giunti a Settembre, mese nel quale si svolge "Atreju", la festa della Giovane Italia. la sfida che vogliamo lanciare quest'anno è "Dritto al cuore - Mille sogni, Una sola Italia". Nell'anno del 150° anniversario dell'unità d'Italia, ci sono vari temi che saranno trattati. Saranno presenti tutti i ministri del Governo ed anche esponenti dell'opposizione. Il primo giorno sarà caratterizzato dall'intervento del Presidente Berlusconi intervistato dalla nostra Giorgia Meloni e in serata da non perdere il concerto degli AURORA che presenteranno il loro nuovo cd. Nei giorni a seguire ci saranno vari dibattiti molto interessanti come ad esempio "L'Italia che vorrei" con Giulio Tremonti, personaggio con il quale noi ci siamo riconosciuti in più di un'occasione per i vari temi vicini all'Europa. Venerdì 10, l'incontro clou è sicuramente "The wall - In viaggio verso la riforma dell'istruzione in Italia" con Mariastella Gelmini e Giuseppe Fioroni. Sabato 11 in mattinata sentiremo il ministro La Russa e Marcello Veneziani a confronto con Giuliano Amato nel dibattito "Và pensiero - I ragazzi che fecero l'Italia. La festa si concluderà domenica con una plenaria dove tireremo le somme e sentiremo proposte ed idee per un movimento giovanile vincente. Quindi vi aspettiamo numerosi al Parco del Celio (Colosseo) !
lunedì 12 luglio 2010
Chi nel Pdl mi critica si prenda la responsabilità di abbandonare i giovani
Caro Direttore, leggendo oggi la rassegna stampa mi rendo conto di come gli insulti, le risse e le sceneggiate napoletane verificatesi in Parlamento rischino di coprire la sostanza del ddl del governo sulle Comunità Giovanili, sul quale vorrei provare a fare chiarezza.
Le Comunità Giovanili non sono altro che centri per l’aggregazione dei giovani. Spazi comunali, caserme in disuso, immobili confiscati alla criminalità organizzata, in cui una libera associazione possa svolgere attività di vario tipo. Dallo studio al teatro, dalla musica ai cineforum, dallo sport al volontariato, e molto altro. Il tutto in un contesto democratico di elettività delle cariche direttive, trasparenza nei conti, legalità, assenza di fini di lucro. Tutto qui. Eppure, in queste ore mi è toccato ascoltare una serie incredibile di falsità da parte di esponenti politici chiaramente in malafede o troppo pigri per leggere il disegno di legge. Particolarmente, brucia l’accusa rivoltami di voler destinare fondi a non si sa bene quale realtà amica. Il ddl non stanzia nuovi fondi al mio ministero: i fondi ci sono già, stanziati anni fa proprio per le Comunità Giovanili. Io avrei potuto utilizzarli senza una legge. Invece ho scelto di vincolarli perché possano dare vita a qualcosa capace di sopravvivere al governo Berlusconi o al ministro Meloni. E ho scelto di confrontarmi col Parlamento affinché questa novità fosse il più possibile condivisa.
Poi si può anche dire, come ha fatto qualcuno con espressioni infelici, che in tempo di crisi questa idea per i giovani sia troppo generosa o statalista. Legittimo. A patto che mi si spieghi quale grande emergenza nazionale si risolverebbe con 12 milioni di euro. A patto che nessuno si azzardi più a parlare di «disagio giovanile», «prevenzione sociale», «emergenza educativa» con grandi promesse in campagna elettorale. Questa legge non risolverà il problema del lavoro che non c’è, degli stipendi precari e da fame o della pensione, ma è la prima legge a loro dedicata da almeno tre legislature. È curioso che i più fervidi oppositori del provvedimento, a parte le abituali volgarità di Idv, siano stati alcuni parlamentari Pdl. Investire pochi milioni di euro per dare a migliaia di giovani un’alternativa alla droga e alla criminalità è così vergognoso? Io penso di no e intendo andare avanti.
Del resto, sono solo una persona coerente che non dimentica da dove viene. Racconto questo sogno delle Comunità Giovanili nelle piazze e nelle assemblee studentesche fin dai tempi del liceo. Continuo a farlo da ministro, con la passione di chi crede in quello che fa. Non c’è solo una bella storia politica a supportarmi in questo impegno o la solidarietà generazionale che mi si è riversata addosso in queste ore. C’è anche una promessa fatta a Scampia, in mezzo a palazzoni scrostati e un’aria pesante come il piombo, di fronte a un nugolo di studenti che meriterebbero la nostra mobilitazione, piuttosto che vedere il Pdl scaricare sui giovani, l’anello debole di questo tempo vigliacco, la propria difficoltà a risolvere i conflitti interni.
Ministro della Gioventù
Fonte: il giornale
Campo Cyrano 2010
Si è concluso anche quest'anno il Campo Cyrano, il campo studentesco organizzato dai giovani del PdL. In questa edizione, che si è tenuta sempre a Sorrento, si è parlato di vari temi. Il primo giorno abbiamo incontrato il ministro Meloni, la quale si è soffermata sul tema caldo dell'ultima settimana e cioè le comunità giovanili. I ministro ha espresso la sua delusione e rabbia per la mancata approvazione della legge che è anche una storica battaglia della nostra comunità. Nel secondo giorno si è tenuto un dibattito sul Risorgimento con il dott. Fracassi, dott. Genovesi e il dott. Pizzo i quali si sono soffermati sull'importanza di alcuni personaggi di quell'epoca che combattevano per l'Italia confrontandoli con i giovani di oggi che combattono per le battaglie politiche quotidiane ovviamente senza il bisgono di armi. In serata invece abbiamo intervistato Marcello Veneziani, famoso filosofo della destra, che ha ribadito il bisogno di una rivolta contro il sistema delle scuole e di rovesciare il 68. Veneziani ha dato come consiglio ai giovani di mettere insieme azione e passione per recuparare un senso di amore per la patria nell'era la globalizzazione. Nell'ultimo giorno abbiamo avuto la consueta plenaria, nella quale abbiamo analizzato il lavoro fatto da Azione Studentesca nel corso degli anni. Siamo arrivati a cento e nella maggior parte dei casi si può solo peggiorare. Vogliamo lanciare una nuova sfida e ripartire da un movimento che possa rappresentare non solo noi stessi ma tutti gli studenti, sempre con la stessa rabbia e con l'amore che ci contraddistungue.
Iscriviti a:
Post (Atom)